Ultima modifica: 28 Febbraio 2018

Firmato il contratto

Interessanti nuove regole

E’ stato firmato all’Aran il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca che interessa 1 milione e 200mila tra docenti, personale Ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi. Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016; per la scuola da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro, dopo quasi dieci anni di blocco .

NESSUN AGGRAVIO DEGLI ORARI DI LAVORO.
Gli orari sono riconfermati esattamente nella loro attuale consistenza. Chi, in relazione a innovazioni normative – ad es. alternanza
scuola lavoro – svolgerà attività aggiuntive, sarà per queste retribuito con compensi accessori a carico del Fondo di Istituto.
NESSUNA RIDUZIONE DEI DIRITTI AD ASSENZE E PERMESSI
Restano per tutti le attuali disponibilità e in più si introduce, per il personale ATA, la possibilità di ricorrere a permessi
orari senza obbligo di recupero per le visite specialistiche.
RESPINTO IL TENTATIVO DI DARE CADENZA TRIENNALE ALLA MOBILITÀ
Si conferma che la mobilità è materia disciplinata per via contrattuale; le procedure di trasferimento e passaggio continueranno
a svolgersi ogni anno, il vincolo triennale di permanenza riguarderà soltanto chi volontariamente chiede e
ottiene il trasferimento su una nuova istituzione scolastica. Confermata dunque, anche nel CCNL, la possibilità per i
docenti di potersi trasferire direttamente su scuola, possibilità conquistata in sede di contratto integrativo con il MIUR
negli ultimi due anni, nonostante la legge 107 non la preveda.
RINVIATO A SUCCESSIVA SEQUENZA CONTRATTUALE IL CODICE DI COMPORTAMENTO PER I DOCENTI
Il rinvio è stato chiesto e ottenuto per la necessità di contemperare le norme contrattuali con la piena salvaguardia
della libertà d’insegnamento.
VALORIZZATE A TUTTI I LIVELLI LE RELAZIONI SINDACALI
Vengono riconsegnate alla disciplina negoziale anche i criteri per la gestione delle risorse per la valorizzazione professionale,
il cosiddetto bonus per il merito previsto dalla legge 107 che escludeva la contrattazione di istituto. Lo stesso
vale per le risorse destinate alla formazione, mentre sono oggetto di confronto i criteri per l’assegnazione della sede
di servizio al personale, la promozione del benessere organizzativo, le misure di prevenzione dello stress lavoro correlato
e dei fenomeni di burn out. Inserito nel contratto il “diritto alla disconnessione”, per tutelare la qualità della vita
dagli eccessi di comunicazione consentiti dalle nuove tecnologie. Compiuto un altro passo in direzione del recupero
delle prerogative contrattuali rispetto alle invasioni di campo operate dalla legge, grazie anche al nuovo contesto
determinato dall’accordo del 30 novembre 2017.

qui il testo sottoscritto

qui un commento dal “Corriere della sera”

qui una sezione con schede sintetiche su vari aspetti

Ovviamente siamo preoccupati che una preside definisca “conservatorismo” lasciare spazio all’uomo e non al lavoro, alla macchina. Forse conservatorismo è proprio essere troppo rigidi.




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